E-procurement: il ruolo delle banche dati Accredia delle certificazioni accreditate

Semplificazione, trasparenza ed efficienza sono tra gli obiettivi chiave del D.Lgs.36/2023. L’obbligo di e-procurement ha già ridotto i tempi di aggiudicazione, mentre le banche dati Accredia contribuiscono alla qualità e affidabilità del sistema.
In una recente pubblicazione – A. Frigo, S. Mocetti (2025), The effects of digitalization on the functioning of the public sector: evidence from e-procurement, Banca d’Italia, Occasional Paper n. 938 – Banca d’Italia ha fornito per la prima volta una valutazione empirica degli effetti della digitalizzazione negli appalti pubblici in Italia. Lo studio restituisce un quadro significativo, che permette di riflettere sul ruolo svolto dall’e-procurement dalla sua introduzione obbligatoria, avvenuta a gennaio 2024.
La digitalizzazione ha profondamente trasformato la società e l’economia, coinvolgendo inevitabilmente anche la Pubblica Amministrazione, che non può più prescindere dall’adozione di tecnologie avanzate. Tuttavia, la modernizzazione digitale deve accompagnarsi a un miglioramento dell’efficienza dei processi e delle procedure amministrative.
L’e-procurement
L’impatto delle tecnologie e della disponibilità di dati sulle Pubbliche Amministrazioni è particolarmente rilevante, sia per il ritardo storico accumulato nella transizione digitale, sia per il peso della spesa pubblica nell’economia nazionale. Attraverso l’adozione di soluzioni digitali, l’attività amministrativa può diventare più trasparente, accessibile e interattiva, migliorando nel contempo l’efficienza interna dei processi.
Tra le aree più coinvolte dalla trasformazione digitale, il settore degli appalti pubblici riveste un ruolo centrale. Esso rappresenta una quota significativa della spesa pubblica ed è tradizionalmente caratterizzato da inefficienze e asimmetrie informative.
L’e-procurement non si limita a digitalizzare le procedure esistenti, ma consente di ripensare in chiave innovativa l’intero processo di approvvigionamento, promuovendo trasparenza, competitività e semplificazione amministrativa attraverso piattaforme digitali certificate.
Lo studio della Banca d’Italia
Lo studio della Banca d’Italia analizza, tramite una metodologia quantitativa, l’efficacia dell’e-procurement confrontando i risultati di due gruppi di stazioni appaltanti: quelle che già adottavano la digitalizzazione prima della riforma e quelle che si sono adeguate dopo l’introduzione dell’obbligo previsto dal D.Lgs. 36/2023.
I risultati mostrano che l’e-procurement ha aumentato la trasparenza e ridotto la durata delle procedure tra la pubblicazione del bando e l’aggiudicazione dell’appalto. In particolare, l’e-procurement ha ridotto la durata della procedura tra il 12% e il 18% (rispetto a una media di 40 giorni nell’anno precedente la riforma).
Gli effetti sono stati più marcati tra le Pubbliche Amministrazioni che, prima della riforma, mostravano maggiore opacità nell’inserimento delle informazioni sulle aggiudicazioni. Inoltre, l’impatto è stato più forte per le amministrazioni con personale amministrativo più qualificato e adeguato, suggerendo che il capitale umano dei funzionari pubblici è complementare alla digitalizzazione e svolge un ruolo cruciale nel valorizzarne il pieno potenziale.
Una strategia europea
L’introduzione dell’obbligo di e-procurement per le procedure di acquisto delle Pubbliche Amministrazioni rientra in una strategia europea di semplificazione e dematerializzazione dei processi amministrativi.
La riforma degli appalti pubblici è stata attuata con direttive:
- Direttiva 2014/25/UE sugli appalti nei cosiddetti “settori speciali” (acqua, energia, trasporti e servizi postali)
- Direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici nei settori ordinari
- Direttiva 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione.
In Italia, il D.Lgs. 36/2023, in continuità con il D.Lgs. 50/2016, dedica un intero Capo alla digitalizzazione degli appalti, promuovendo in particolare l’interoperabilità delle banche dati e l’utilizzo di fonti amministrative. Già dal primo articolo del citato capo, è evidente l’intenzione di promuovere gli appalti digitali che si realizzeranno attraverso strumenti quali la Banca Nazionale dei contratti pubblici ed il Fascicolo Virtuale dell’operatore economico (FVOE).
All’art. 222 comma 3, lett. i) il codice prevede che “per favorire l’economicità dei contratti pubblici e la trasparenza delle condizioni di acquisto, (ANAC) elabori con appositi atti di indirizzo, fatte salve le normative di settore, costi standard dei lavori e prezzi di riferimento di beni e servizi, tra quelli di maggiore impatto in termini di costo a carico della pubblica amministrazione; si avvale a tal fine, sulla base di apposite convenzioni, del supporto dell’ISTAT e degli altri enti del Sistema statistico nazionale (Sistan), secondo le condizioni di maggiore efficienza, ed eventualmente anche delle informazioni contenute nelle banche dati esistenti presso altre amministrazioni pubbliche e altri soggetti operanti nel settore dei contratti pubblici”.
Il contributo delle banche dati Accredia
Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2025 (GU n. 100 del 2 maggio scorso), Accredia è stata ufficialmente inclusa nel Sistan, rafforzando così il proprio ruolo nel supporto all’efficienza dell’azione pubblica.
Le informazioni contenute nelle banche dati Accredia sono già richiamate nel D.Lgs. 36/2023. Infatti, all’art. 106, comma 8, si prevede una riduzione delle garanzie da prestare da parte dell’operatore economico che intenda partecipare alla procedura di affidamento a fronte del possesso di “Certificazioni o Marchi” rilevanti ai fini della riduzione della garanzia, il cui elenco è contenuto nell’allegato II.13. Tale allegato richiama la “Banca Dati ACCREDIA” quale fonte ufficiale di tali informazioni.
L’Ente raccoglie e pubblica i dati sugli accreditamenti rilasciati agli organismi di valutazione della conformità (organismi di certificazione, ispezione, verifica e validazione, laboratori di prova e di taratura) e sulle certificazioni accreditate ottenute da organizzazioni pubbliche e private. In particolare, vengono raccolte le informazioni anagrafiche degli organismi e dei laboratori accreditati, delle organizzazioni con un sistema di gestione certificato e di quelle certificate per alcune categorie di prodotti e servizi.
Accredia è uno dei pochi Enti di accreditamento in Europa che ha realizzato una banca dati contenente informazioni relativamente alla denominazione dell’organizzazione titolare del certificato, alla data di emissione del certificato, alle attività coperte dalla certificazione e alle sedi in cui sono gestite le attività certificate.
Le banche dati delle certificazioni accreditate
I dati sulle certificazioni, rilasciate dagli organismi accreditati da Accredia sono forniti mensilmente direttamente dagli stessi organismi e riguardano:
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Organizzazioni/Aziende con un sistema di gestione certificato
Dati anagrafici (ragione sociale, P.IVA/Codice fiscale, Stato/Regione/Provincia/Città) delle organizzazioni italiane ed estere in possesso di un certificato di sistema di gestione in corso di validità rilasciato da organismi di certificazione accreditati da Accredia; sono inoltre disponibili il numero di certificato, la data di rilascio della certificazione, lo scopo della certificazione, l’organismo accreditato che ha rilasciato il certificato, il settore IAF di certificazione e la norma di riferimento.
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Prodotti e servizi certificati
Dati anagrafici delle organizzazioni italiane ed estere in possesso di un certificato in corso di validità rilasciato da organismi di certificazione accreditati da Accredia, per specifiche categorie di prodotti o servizi.
Il valore della trasparenza
Nel quadro della digitalizzazione degli appalti pubblici, le banche dati sulle certificazioni rappresentano un’infrastruttura strategica per promuovere trasparenza, riduzione dei costi e qualificazione degli operatori. Il riconoscimento ufficiale del ruolo di Accredia all’interno del Sistan e l’integrazione delle sue informazioni nei processi di e-procurement rafforzano dunque la capacità della Pubblica Amministrazione di operare in modo più efficiente e affidabile.
La valorizzazione di queste risorse informative, se accompagnata da un adeguato investimento nel capitale umano, può costituire un volano decisivo per il rafforzamento della qualità e dell’impatto delle politiche pubbliche. Accredia si conferma un attore chiave per una transizione digitale che non sia solo tecnologica, ma anche culturale e sistemica.