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La certificazione accreditata per una transizione digitale sostenibile

 

La crescita dei data center apre nuove opportunità, ma solleva anche sfide significative, in particolare sul piano ambientale: le certificazioni accreditate possono svolgere un ruolo chiave nel promuovere efficienza, sostenibilità e affidabilità.

Negli ultimi anni la società e l’economia globali sono state trasformate da un’accelerazione senza precedenti della digitalizzazione. L’avvento del cloud, la diffusione dei social network, l’esplosione dell’e-commerce e dello streaming, insieme a tecnologie emergenti come il 5G, l’Internet of Things e l’Intelligenza Artificiale, hanno reso evidente quanto il funzionamento del mondo contemporaneo dipenda da infrastrutture digitali robuste e affidabili.

Data center e consumo energetico

Al centro di questo ecosistema si trovano i data center, veri e propri snodi strategici che conservano, elaborano e distribuiscono i dati. Sono complessi tecnologici altamente specializzati, progettati per ospitare server, sistemi di archiviazione e apparati di rete in condizioni di sicurezza, continuità operativa e prestazioni elevate.

La loro crescita è stata imponente e continuerà a esserlo nei prossimi anni. La quantità di dati prodotta a livello globale cresce in modo esponenziale, di pari passo con la diffusione delle nuove tecnologie, e, con essa, la necessità di infrastrutture capaci di gestirli. In particolare, l’Intelligenza Artificiale, tra le altre rivoluzioni tecnologiche in corso, utilizza, nella fase di addestramento del modello, e produce, una quantità di dati senza precedenti.

Anche la distribuzione dei data center è un tema all’ordine del giorno per i Governi dei Paesi avanzati. La competizione internazionale spinge infatti molti Paesi a costruire data center “nazionali” per garantire sovranità digitale, sicurezza e tutela della privacy. Questo rende i data center non soltanto un’infrastruttura tecnologica, ma anche un asset strategico ed economico, in grado di influenzare la competitività di interi sistemi produttivi.

Accanto alle opportunità, emergono però sfide significative sul piano ambientale. Il funzionamento di un data center richiede enormi quantità di energia, sia per alimentare i server sia per mantenerli a temperature adeguate attraverso sofisticati sistemi di raffreddamento. Quando questa energia non proviene da fonti rinnovabili, l’impatto in termini di emissioni di gas serra diventa rilevante. In molti casi, il raffreddamento comporta anche un uso intensivo di acqua, con effetti potenzialmente critici in contesti di scarsità idrica. Non meno importante è il problema dei materiali utilizzati: i server contengono metalli rari e componenti elettronici che, una volta giunti a fine vita, generano rifiuti complessi da gestire.

Le emissioni indirette associate al consumo elettrico dei data center ammontano oggi a 180 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO) e rappresentano lo 0,5% delle emissioni globali da combustione. Nello scenario dell’International Energy Agency (IEA), potrebbero raggiungere il picco dell’1% intorno al 2030.

Intelligenza Artificiale ed energia elettrica

Tra le innovazioni tecnologiche degli ultimi anni, l’Intelligenza Artificiale è quella con le maggiori potenzialità di sviluppo. Analizzando il legame tra diffusione dei sistemi di AI e consumo elettrico, emerge che i sistemi di AI richiedono enormi risorse computazionali in due fasi cruciali: l’addestramento – durante il quale gli algoritmi analizzano milioni di esempi per apprendere pattern nei dati – e l’inferenza – ovvero l’utilizzo operativo del modello addestrato.

Secondo l’Electric Power Research Institute (EPRI), le query (richieste) di AI richiedono circa dieci volte più elettricità rispetto alle tradizionali ricerche web (2,9 wattora contro 0,3 wattora): le applicazioni di AI utilizzino una quota crescente dell’elettricità dei data center installati. Secondo il report IEA, la capacità totale installata dei data center globali passerà dagli attuali 97 GW a 226 GW nel 2030, con un consumo energetico che aumenterà dai 416 TWh del 2024 ai 946 TWh del 2030.

Quindi, l’AI è destinata a diventare un nuovo motore di crescita della domanda elettrica, soprattutto nei Paesi avanzati dove lo sviluppo delle nuove tecnologie si concentra. Già entro il 2030 i data center consumeranno più energia dell’intera industria pesante statunitense, e la loro concentrazione geografica solleverà problemi di sicurezza delle reti e la necessità di investimenti infrastrutturali per adattare le reti di trasmissione e distribuzione.

Sostenibilità con l’Intelligenza Artificiale

Tuttavia, l’AI potrà anche contribuire a ottimizzare ogni anello della catena energetica: dall’esplorazione e produzione di risorse naturali, alla gestione dinamica delle reti elettriche, fino ai consumi di case, trasporti e industrie. I benefici potenziali in termini di efficienza sono enormi: centinaia di TWh di risparmi elettrici, capacità di rete liberata senza costruire nuove linee, riduzioni delle emissioni superiori a quelle generate dai data center stessi.

Non è un caso che la sostenibilità dei data center sia entrata nell’agenda politica e regolatoria, come quella dell’Unione Europea:

  • Nel Green Deal, nella strategia digitale “Shaping Europe’s Digital Future” e con il Climate Neutral Data Center Pact (CNDCP), ha fissato obiettivi chiari: entro il 2030 i data center dovranno essere “climate-neutral”, ovvero a impatto climatico zero.
  • Il programma “European Green Digital Coalition” incoraggia le imprese ICT a impegnarsi per ridurre consumi ed emissioni.
  • L’iniziativa “EU Code of Conduct for Data Centres”, lanciata già nel 2008, fornisce linee guida pratiche su efficienza energetica e riduzione dei consumi.
  • La Direttiva europea sull’efficienza energetica (Recast EED, 2023) prevede che dal 2024 i gestori di data center sopra una certa soglia debbano comunicare pubblicamente dati sui consumi e sulla sostenibilità, in un’ottica di trasparenza e responsabilità.

Negli ultimi anni, anche le imprese hanno iniziato a muoversi in questa direzione, spesso anticipando la regolazione. Sono cresciuti gli investimenti in fonti rinnovabili, con data center collocati in aree dove l’energia verde è abbondante, o alimentati da contratti di fornitura diretta con impianti solari ed eolici. Sono state sperimentate tecniche di raffreddamento più efficienti, talvolta basate su immersione liquida o sul recupero del calore prodotto dai server per alimentare reti di teleriscaldamento urbano.

Al tempo stesso, i data center vengono progettati con maggiore attenzione all’efficienza energetica complessiva, attraverso una gestione intelligente dei carichi di lavoro e il miglioramento dell’indicatore PUE (Power Usage Effectiveness), che misura il rapporto tra energia effettivamente utilizzata per il calcolo e quella impiegata per il resto delle operazioni.

Data Center certificati per i sistemi di gestione

Negli ultimi due anni, si è assistito a una decisa accelerazione nella costruzione di data center anche a livello nazionale. Dei circa 200 data center presenti in Italia, la provincia di Milano ne ospita circa 1/3, seguita da Roma con 19 strutture e Torino con 10.

In questo quadro di crescita del fabbisogno elettrico, legato alla diffusione dei data center e al loro utilizzo intensivo per supportare la transizione digitale, le certificazioni rilasciate dagli organismi accreditati possono offrire importanti tutele e garanzie possono essere prodotte.

Dei 200 data center in Italia, poco meno del 25% (49 siti) hanno un sistema di gestione dell’energia certificato UNI CEI EN ISO 50001, mentre circa il 65% ha un sistema di gestione ambientale certificato UNI EN ISO 14001 (129 siti). Attraverso tali certificazioni vengono introdotte modalità operative efficaci nel contenere gli impatti ambientali delle attività dei data center, contribuendo alla sostenibilità delle loro attività, soprattutto in una prospettiva di rapida diffusione.

Opportunità e sfide

In definitiva, i data center incarnano bene la doppia faccia del progresso digitale. Da un lato, sono la condizione indispensabile per lo sviluppo economico e sociale, dall’altro, pongono interrogativi urgenti sulla sostenibilità.

Un percorso di consapevolezza che porti i data center a controllare gli impatti delle proprie attività, supportato da percorsi certificativi come quelli forniti dalle norme tecniche e verificati da organismi di certificazione accreditati, può essere un modo di controllare in maniera responsabile un processo di transizione digitale sostenibile.

La sfida dei prossimi anni sarà infatti riuscire a conciliare innovazione e ambiente, in linea con le strategie europee, affinché il cuore digitale dell’economia globale non diventi anche un punto critico per il pianeta.

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