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Sostenibilità dei trasporti: la certificazione accreditata dei biocombustibili

 

Nel fuel mix a disposizione del settore dei trasporti, i biocombustibili sono un mezzo per ridurre significativamente le emissioni di CO2. Il ruolo degli organismi accreditati nel Sistema nazionale di certificazione della sostenibilità dei biocombustibili.

La logistica in tutte le sue componenti, compreso il trasporto, ha un ruolo centrale nel determinare l’efficienza e la competitività delle economie. Secondo le previsioni di Horizon-Grand View Research, il mercato globale della logistica raggiungerà un valore di 5.951 miliardi di dollari entro il 2030, registrando un incremento del 51% rispetto al 2024.

Data la sua rilevanza, la riduzione dell’impatto ambientale nel settore dei trasporti è centrale in un processo di transizione ecologica dell’economia. L’applicazione di pratiche sostenibili alla gestione delle supply chain si pone come un intervento necessario, in un approccio che tenga in considerazione gli impatti ambientali di tutto il ciclo di vita di un prodotto, comprese le fasi di trasporto e distribuzione.

L’impatto ambientale del settore dei trasporti

Delle aree di intervento per l’ottimizzazione e riduzione delle emissioni, le fasi del ciclo di vita di un prodotto (trasporto e distribuzione) rappresentano le più rilevanti, dato il loro impatto in termini di emissioni di gas serra e di consumo di energia. Il settore dei trasporti contribuisce infatti per il 15% delle emissioni di CO2 a livello globale e le misure di mitigazione sono un fattore decisivo per le traiettorie di contenimento delle emissioni di gas serra rispetto agli obiettivi prefissati al 2035 (UN Environmental Programme – Emissions Gap Report 2024).

Scendendo nel dettaglio dei vettori di trasporto delle merci, la modalità marittima è da sempre la prevalente. Oltre la metà del valore delle merci scambiate è infatti riconducibile al trasporto marittimo.

Valore delle merci scambiate

Spese fatturate per i servizi di consegna dei beni oggetto degli scambi internazionali dal confine del Paese di origine al confine del Paese di destinazione, inclusi la spedizione dei beni e la stipula di un’assicurazione contro il rischio di perdita o danneggiamento durante il trasporto.

Secondo lo European Maritime Safety Agency, il settore marittimo nel suo complesso è responsabile del 14,2% delle emissioni di CO2 dell’UE prodotte dai trasporti. In un’ottica di transizione ecologica del settore dei trasporti, gli interventi sul vettore marittimo sono dunque tra i più strategici. In quest’ambito le soluzioni percorribili sono molteplici, fortemente condizionate dall’evoluzione tecnologica e dalla disponibilità di infrastrutture.

I biocarburanti e i combustibili fossili

Tra le innovazioni che negli ultimi anni hanno reso possibile un significativo abbattimento degli impatti ambientali, i biocarburanti hanno sicuramente consentito di ottenere dei grandi ed importanti risultati.

Biocarburanti e bioliquidi

I biocarburanti sono i carburanti liquidi o gassosi per i trasporti ricavati dalla biomassa. I bioliquidi sono i combustibili liquidi per scopi energetici diversi dal trasporto, compresi l’elettricità, il riscaldamento ed il raffreddamento, prodotti a partire dalla biomassa. Le tipologie più frequenti di biocarburanti sono il biodiesel, il bioetanolo, l’ETBE e poi i biocarburanti di seconda generazione o di terza generazione. Il biocarburante di terza generazione è invece il biodiesel ottenuto dall’olio prodotto dalla coltivazione di microalghe.

Allo stesso modo si tratta di un prodotto il cui processo di produzione rischia di ridurre fortemente il beneficio ambientale derivante dal suo utilizzo. Per questo motivo è necessario un monitoraggio accurato da parte degli organismi internazionali di controllo per capire come possano essere prodotti nella maniera più sostenibile possibile.

A livello globale il settore marittimo punta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 (International Maritime Organization, IMO) e, soprattutto nel lungo termine, i biocarburanti sembrano essere la scelta più efficiente (Studio sulla decarbonizzazione del trasporto marittimo).

I biocarburanti sono attualmente la soluzione maggiormente percorribile come alternativa all’utilizzo dei derivati del petrolio nel fornire energia accumulabile in abbondanza per i motori a scoppio, data la facilità di gestione e stoccaggio. Per questi prodotti, il bilancio del carbonio è neutro, dato che per la loro produzione vengono utilizzate piante che nel loro ciclo di vita hanno assorbito carbonio dall’atmosfera. Quando il biocarburante viene combusto e il carbonio si ossida con l’ossigeno contenuto nell’atmosfera si ottiene l’anidride carbonica. Il carbonio contenuto nella CO2 così prodotta corrisponde a quello contenuto nel biocarburante, pari a quello che la pianta ha assorbito dall’atmosfera durante il suo ciclo di vita.

La differenza in termini di emissioni di CO2 rispetto ai prodotti fossili sta nel fatto che i prodotti fossili derivano dal petrolio, una sostanza cha ha accumulato carbonio in milioni di anni attraverso un processo geologico di trasformazione di piante o animali che ha degradato il carbonio in essi contenuto. Durante la combustione di un carburante fossile si emette, quindi, in atmosfera carbonio che è stato sottratto all’ambiente milioni di anni fa. I biocarburanti al contrario contengono carbonio accumulato da piante contemporanee a noi; con l’uso dei derivati dal petrolio, rilasciare carbonio assorbito in ere geologiche precedenti crea, in sostanza, un disequilibrio intertemporale nel saldo tra carbonio assorbito ed emesso.

Bisogna poi tenere conto che, rispetto al prodotto fossile, il biocarburante combusto non emette componenti del cosiddetto particolato o polveri sottili, e neanche anidride solforosa e ossidi di azoto (Amato, E. (2016). Biomasse e biocarburanti: l’analisi della sostenibilità. Studia Bioethica, 9(3), 73–79. Retrieved from https://riviste.upra.org/index.php/bioethica/article/view/2920).

La produzione sostenibile dei biocarburanti

Tuttavia, l’esame dei benefici prodotti dai biocarburanti, come detto, deve tenere conto della sostenibilità del processo di produzione, privilegiando filiere di produzione corte: impiegando i prodotti vegetali per scopi energetici il più vicino possibile ai luoghi di produzione, si ottiene il massimo risultato in termini ambientali perché la combustione avviene presso l’area di produzione dove il vegetale ha potuto sintetizzare il carbonio dall’atmosfera.

Secondo le condizioni di sostenibilità dei biocarburanti recepite dalla normativa internazionale, per essere una valida alternativa ai carburanti fossili, un biocarburante dovrebbe fornire un guadagno energetico netto, produrre benefici ambientali, essere economicamente competitivo ed essere producibile in grande quantità senza pregiudicare i rifornimenti alimentari.

In Europa, adottando un approccio basato su obiettivi e neutrale dal punto di vista tecnologico, il Regolamento FuelEU Maritime favorisce l’innovazione e lo sviluppo di nuovi carburanti sostenibili e tecnologie per la conversione dell’energia, lasciando agli operatori la libertà di scegliere i carburanti e le tecnologie più adatte in base alle caratteristiche specifiche della nave o del tipo di operazione.

Il Sistema nazionale di certificazione della sostenibilità dei biocombustibili

Dal punto di vista più strettamente operativo, in Italia, il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) del 7 agosto 2024 ha disciplinato il Sistema nazionale di certificazione della sostenibilità dei biocombustibili, dei carburanti rinnovabili di origine non biologica e dei carburanti da carbonio riciclato.

In particolare (art. 3) il provvedimento stabilisce che gli Enti di accreditamento come Accredia accreditino gli organismi di certificazione per lo schema di certificazione definito nel Decreto e ne verifichino il corretto operato.

E’ previsto il coinvolgimento di un comitato tecnico composto dallo stesso MASE, oltre che da ulteriori Ministeri (MIMIT, MASAF, MEF) e dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che verifica il rispetto dei criteri di sostenibilità, mentre l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) svolge attività di controllo a campione sui piani di monitoraggio trasmessi dagli organismi di certificazione e, in particolare, sul mantenimento del contenuto di carbonio nei suoli.

Tutti questi soggetti operano in conformità al Decreto per svolgere le verifiche di conformità degli organismi di certificazione, per il rilascio dei certificati di conformità alle aziende produttrici di biocombustibili e per il calcolo delle emissioni di gas ad effetto serra.

L’accreditamento degli organismi di certificazione dei biocombustibili

Gli Enti di accreditamento coinvolti devono operare ai sensi della norma tecnica internazionale ISO/IEC 17011:2017 e nel rispetto del Regolamento CE 765/2008 e rilasciano gli accreditamenti agli organismi di certificazione di prodotti e servizi in conformità alla UNI CEI EN ISO/IEC 17065:2012. A ogni organismo di certificazione accreditato viene assegnato un codice identificativo, con cui il MASE detiene un apposito elenco degli organismi accreditati.

Per ottenere e mantenere l’accreditamento, gli organismi che intendono certificare i biocombustibili devono rispettare il Regolamento Tecnico Accredia RT-31 “Prescrizioni per l’accreditamento degli organismi che rilasciano certificati di conformità a fronte del Sistema Nazionale di certificazione della sostenibilità dei biocombustibili” (rev. 4) che recepisce le indicazioni del Decreto MASE del 7 agosto 2024.

A oggi, sono 10 gli organismi di certificazione accreditati da Accredia e inseriti nell’elenco del MASE, che effettuano, presso gli operatori economici, l’attività di verifica della completezza e della veridicità di tutti gli elementi presenti nelle dichiarazioni di sostenibilità, nel certificato di sostenibilità e in tutte le dichiarazioni riferibili, nonché – limitatamente al produttore di materie prime destinate alla produzione di biocombustibili – la completezza e la veridicità delle informazioni sociali e ambientali fornite in accompagnamento alle dichiarazioni di sostenibilità.

Come definito nel Decreto MASE, il ruolo di Accredia per garantire la competenza e imparzialità degli organismi di certificazione è dunque centrale. L’accreditamento è inserito in un meccanismo di verifica e monitoraggio che assicura la sostenibilità dei biocombustibili e rende quindi efficace il loro utilizzo nella riduzione dell’impatto ambientale.

In particolare, nel settore dei trasporti, in cui l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 richiede soluzioni verificabili, l’utilizzo dei biocarburanti permette sia ai regolatori sia agli operatori di differenziare le tipologie di alimentazione e il sistema di verifica della sostenibilità basato sull’accreditamento traduce questo approccio in azioni concrete e affidabili.

SCHEDA
Organismi di certificazione di prodotti e servizi

L’organismo di certificazione di prodotto è responsabile della verifica della conformità del prodotto ai requisiti fissati per la certificazione, alle norme tecniche volontarie o ad altri riferimenti normativi.

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