Etica, responsabilità e professionalità nelle attività di accreditamento

Le proposte di Emanuele Riva su tre priorità per fare crescere l’etica e la professionalità nel settore dell’accreditamento: responsabilità oggettiva, adozione di un codice etico unificato e implementazione del ruolo del manager responsabile.
In un contesto in cui le valutazioni della conformità accreditate assumono un ruolo sempre più centrale, tanto negli ambiti pubblici quanto in quelli regolamentati, diventa fondamentale rafforzare la dimensione etica dell’attività di verifica.
La fiducia di Istituzioni, imprese e consumatori nelle certificazioni, ispezioni, prove e tarature passa anche dalla capacità dei professionisti degli organismi e dei laboratori accreditati di garantire trasparenza e coerenza e promuovere una cultura della responsabilità.
Su questi temi, interviene Emanuele Riva, Presidente dell’International Accreditation Forum (IAF) e Vice Direttore Generale di Accredia, con un articolo pubblicato su IAF Outolook, notiziario che ogni mese propone approfondimenti degli Enti e degli stakeholder dell’Infrastruttura per la Qualità.
L’articolo “Ethical and Professional Responsibility in Accreditation”, che nel seguito si propone in traduzione italiana, è una riflessione concreta sul futuro del settore, un invito a ripensare regole, ruoli e cultura organizzativa alla base dei processi di valutazione della conformità.
Proposte per migliorare la governance etica
In qualità di Presidente di IAF desidero affrontare una questione cruciale per il futuro della nostra professione: la necessità di stabilire una responsabilità oggettiva per le organizzazioni accreditate in caso di violazioni etiche da parte delle persone che partecipano al processo di valutazione della conformità.
L’articolo illustra argomenti e proposte per migliorare la governance etica nel nostro settore. Questa nuova direzione è importante anche in considerazione del fatto che le valutazioni della conformità sono sempre più utilizzate in ambiti pubblici o regolamentati. Il livello di utilizzo è aumentato: anche la garanzia del servizio che offriamo deve aumentare.
La necessità di una responsabilità oggettiva
La responsabilità oggettiva è un principio fondamentale per garantire che le organizzazioni accreditate siano ritenute responsabili delle azioni dei loro ispettori. Le violazioni etiche non sono solo problemi individuali, ma minano l’integrità dell’intero sistema di accreditamento.
L’attuazione di sanzioni dirette contro le organizzazioni accreditate in caso di cattiva condotta da parte dei loro ispettori o di altre persone coinvolte nel processo di valutazione della conformità è essenziale per preservare la fiducia del pubblico e degli stakeholder.
Questa responsabilità consentirebbe agli Enti di accreditamento di agire con maggiore fermezza e coerenza, adottando misure che potrebbero includere sanzioni minori o la revoca dell’accreditamento. Questo approccio non solo scoraggerebbe i comportamenti non etici, ma promuoverebbe anche una cultura della responsabilità e una maggiore trasparenza all’interno delle organizzazioni accreditate.
Non è accettabile che un’organizzazione accreditata distingua la propria responsabilità dal comportamento dei suoi collaboratori. La responsabilità dell’entità legale deve coincidere con la responsabilità delle persone che vi lavorano.
L’adozione di un codice etico unificato
Un’altra proposta chiave è l’adozione di un codice etico unificato simile, ad esempio, a quello adottato dalle imprese contabili attraverso il codice IESBA o il codice etico WADA. Questo codice dovrebbe applicarsi a tutte le persone coinvolte nei processi di accreditamento e valutazione della conformità, comprese quelle di IAF, degli organismi regionali e degli Enti di accreditamento. Non mi riferisco solo agli ispettori, ma a tutte le persone che collaborano al risultato di una valutazione, dalla fase commerciale alle decisioni o alla pubblicazione dei certificati.
Un codice etico comune non solo garantirebbe standard di condotta uniformi, ma faciliterebbe anche la valutazione tra pari tra gli Enti di accreditamento. La creazione di un linguaggio comune e di aspettative condivise contribuirebbe a migliorare la coerenza e l’affidabilità delle valutazioni, rafforzando ulteriormente la credibilità del nostro sistema.
L’ideale sarebbe che questo codice fosse citato negli stessi standard di accreditamento e nella norma ISO/IEC 17011. In questi mesi sono in corso le revisioni delle norme ISO/IEC 17024 e ISO/IEC 17020: potremmo iniziare da questi standard.
L’importanza di un manager responsabile
L’inserimento del ruolo di un accountable manager in ogni organizzazione accreditata potrebbe rivoluzionare il modo di gestire gli audit e le competenze.
Come già praticato nelle società di revisione – mi riferisco in particolare alla figura del partner che funge da anello di congiunzione tra la responsabilità dei singoli revisori e le società di revisione – e negli schemi aerospaziali, un accountable manager sarebbe responsabile delle decisioni relative alla durata e alla natura degli audit.
Questa figura chiave, identificata per ogni pratica di certificazione, consentirebbe una maggiore flessibilità e adattabilità nella pianificazione degli audit. Invece di affidarsi a tabelle rigide – come quelle contenute nel documento IAF MD 5 “Determinazione dei tempi di audit dei sistemi di gestione per la qualità, l’ambiente, la salute e sicurezza sul lavoro” – si potrebbe stabilire che la durata di un audit deve essere sufficiente a garantire un’adeguata verifica della conformità dell’organizzazione agli standard applicabili. Questo approccio non solo snellirebbe il processo, ma migliorerebbe anche l’efficacia degli audit.
Tuttavia, questo cambiamento sarebbe possibile solo identificando chiaramente chi è il manager responsabile per ogni pratica di certificazione, ovvero qualcuno che si assuma la piena responsabilità, compresa la responsabilità legale e sanzionatoria, non solo in materia di accreditamento.
Attualmente, il nostro sistema è diventato contorto, diluendo le responsabilità. In caso di errori, chi è responsabile? Il team di verifica (il caposquadra, l’auditor o l’esperto)? Il decisore, il top management, il comitato di revisione o il comitato di salvaguardia dell’imparzialità? Allo stato attuale, abbiamo creato una serie di caselle che oscurano la responsabilità. Se vogliamo cambiare in modo significativo il nostro settore, dobbiamo avere il coraggio di definire chi sia questo manager responsabile, assicurandoci che sia il garante ultimo dell’intero processo.
Conclusioni
Ritengo che l’introduzione di una responsabilità oggettiva per le organizzazioni accreditate, l’adozione di un codice etico unificato e l’implementazione del ruolo del manager responsabile siano passi essenziali per elevare gli standard etici e professionali nel nostro settore. Ognuno di questi elementi contribuisce a costruire un sistema di accreditamento più solido, credibile e responsabile, in grado di affrontare le sfide future con integrità e trasparenza.
Invito tutte le parti interessate del nostro ecosistema a riflettere su queste proposte e a lavorare insieme per un processo di accreditamento che non solo soddisfi i requisiti normativi, ma che serva anche come modello di eccellenza etica e professionale. Nel 2016 sono stati compiuti sforzi con l’ISO per redigere un codice etico (da parte del gruppo ISO 9001 Auditing Practices Group). Abbiamo un punto di partenza da cui partire.